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Udine Castello: quattro giorni di concerti e visite guidate

  • Messaggero veneto

Una sfida senza sangue ma con tanta passione tra due giovani e brillanti pianisti: Elisa Brumat e Paolo Zentilin che si alterneranno in composizioni di Giustini, Chopin, Debussy, Ligeti e Ra vel, cui seguirà la votazione del pubblico.

messaggero veneto 16.05.2024

Duello musicale al piano nella torre di Santa Maria

  • il Gazzettino

Una sfida senza sangue, ma con tanta passione, tra due giovani e brillanti pianisti: Elisa Brumat e Paolo Zentilin, che si alterneranno in composizioni di Giustini, Chopin, Debussy, Ligeti e Ravel, cui seguirà la votazione del pubblico.

il Gazzettino

Udine Castello 2024 si apre al territorio

  • Udine/Friuli online
  • Daniela Bonitatibus

...un avvincente duello pianistico tra Emma Brumat e Paolo Zentilin...

Udine/Friuli online

Angeli e segrete - Dieci eventi con il festival Udine Castello

  • Messaggero Veneto

... Un avvincente duello musicale, tra i giovani pianisti Emma Brumat e Paolo Zentilin...

messaggero veneto

Pietre miliari della musica per pianoforte

  • klassik.com
  • Dr. Kai Marius Schabram

“Paolo Zentilin presenta una registrazione di successo delle sonate per pianoforte op.1 di Lodovico Giustini (musicalmente importanti).
Ci sono opere con cui inizia un nuovo sviluppo nella storia della musica.
Qui non si intende tanto il significato estetico-genere o storico-recezionale di "grandi" composizioni, come la Nona sinfonia di Beethoven o l'Op. 11 di Schönberg.
Nel caso di brani come le 12 Sonate op.1, che dovevano stabilire nuovi standard per la musica pianistica negli anni successivi.
Si tratta delle prime opere a stampa composte esplicitamente per il fortepiano, cioè che si basano su una differenziazione del tocco o sulla dinamica e sull'enfasi.
Ciò a sua volta significò un massiccio aumento delle qualità timbriche e della rappresentazione affettiva, il che fu rivoluzionario nel campo della musica per pianoforte.
Purtroppo le sonate di Giustini sono ancora conosciute da pochi perché non ne esistono molte registrazioni.
Ciò rende ancora più piacevole questa registrazione completa delle opere di Paolo Zentilin, pubblicata nel 2021 per l'etichetta Brilliant Classics.
Naturalmente i CD non impressionano solo per il loro valore di repertorio, ma mostrano anche Zentilin come un interprete estremamente competente che presenta le opere di Giustini con molta empatia.
Poiché Zentilin presta particolare attenzione alla progettazione degli effetti dinamici, il significato storico-musicale della raccolta viene enfatizzato in modo mirato senza essere eccessivamente invadente.
Conclusione: una registrazione davvero riuscita di un repertorio purtroppo troppo sconosciuto, che fa sperare che qualcosa possa cambiare in meglio nella popolarità di Giustini.”
Link recensione completa


Cd Giustini Paolo Zentilin

  • Famiglia Cristiana

“Il lavoro di paolo Zentilin merita attenzione per più ragioni.
Perché riscopre Lodovico Giustini (1685-1743), compositore pistoiese che per primo scrisse musiche per pianoforte.
Perché è la prima esecuzione integrale delle 12 Sonate op. 1.
Perché l’interpretazione di Zentilin è rigorosa quanto appassionata, filologica non meno che brillante.”

famiglia cristiana 2023 (pagina intera)

L'alba di una nuova era: le Dodici Sonate op. 1 di Lodovico Giustini

  • MusicVoice.it
  • Andrea Bedetti

“[…] Affrontando l'interpretazione dell'artista friulano, bisogna prima di tutto mettere in rilievo il suo ruolo musicologico in questa impresa discografica (la quale non rappresenta una prima assoluta mondiale, in quanto per la medesima etichetta discografica nel 2010 Andrea Coen ha inciso l'op. 1 di Giustini avvalendosi però di un fortepiano copia di Karl Schwarz del 1726), visto che Zentilin si è dovuto confrontare sia con il manoscritto, sia con copie stampate che presentavano manchevolezze, errori di trascrizione e anomalie armoniche alle quali ha dovuto ovviare egli stesso.
Inoltre, a differenza di quanto aveva fatto Coen con la sua registrazione in prima mondiale, Zentilin ha voluto affrontare le Sonate di Giustini con un pianoforte moderno.
Una scelta oltremodo rischiosa, poiché un conto è leggere la modernità compositiva dell'autore pistoiese, un altro è costringere la sua musica a confrontarsi con un modernismo che non gli appartiene.
Ma la sua esecuzione (tra l'altro questo è il suo primo progetto discografico) non solo è pienamente rispettosa dell'aura tardobarocca, ma riesce anche a radiografare perfettamente la dimensione in sé dell'opera giustiniana sfruttando le possibilità fornite da un pianoforte moderno rispetto a un fortepiano.
Questo perché, e l'orecchio allenato di un attento ascoltatore lo potrà riconoscere fin da subito, il costrutto armonico e il conseguente affioramento melodico delle Sonate si prestano al suono pianistico, in quanto entrambi necessitano di una grande fluidità timbrica, di un meccanismo strumentale che permetta di dare vita a un fraseggio che, pur non debordando giustamente in una dimensione romantica, deve pur esaltare un senso ritmico (i tempi sono principalmente delle danze), che in un lavoro come questo è linfa fondamentale. Ma è il timbro, la sua profondità introspettiva, la sua resa dinamica che poi fa il resto.
Perché qui si tratta di essere oltremodo accorti, cioè essere capaci di schiacciare l'acceleratore tenendo saldo il freno a mano, per poter restituire (e non solo esplorare) una pacata eleganza, la quale non si arresta alla sola forma, ma si dilata, si irradia nel culto del suo suono, trasmettitrice di un senso del bello che già accarezza le linee canoviane, che fa in modo che trionfi per il momento ancora Apollo prima di lasciare spazio al dionisiaco Ottocento.
Ciò ha permesso, infine, di ottenere un equilibrio di lettura, di interpretazione in cui non viene mai a mancare il respiro, la dimensione interiore, il motore occulto che regge tutta l'arcata architettonica di una composizione, il cui ascolto, se fossero venute a mancare tali peculiarità esecutive, sarebbe stato oltremodo faticoso, se non peggio.
Al contrario, Paolo Zentilin ha dimostrato di saper affrontare e vincere l'occlusione del tempo esteriore proprio in virtù della sua capacità di saper esaltarne quello interiore, insito nelle Dodici Sonate giustiniane.
Quindi, chi afferma di amare la sonata pianistica ottocentesca, chi considera il pianoforte il suo strumento del cuore, ha un compito ben preciso: ascoltare questi tre dischi per capire com'è nata l'alba di una nuova era. Ringraziando Paolo Zentilin, ben inteso.
Un monumento della tecnica di registrazione, qual è Matteo Costa, e Giorgio Fiori si sono occupati della presa del suono avvenuto nello studio Benelli Mosell a Prato.
La loro sagacia e la loro perizia sono dimostrate da come si comporta la dinamica, in grado di restituire al meglio lo splendore timbrico dei due Fazioli utilizzati da Paolo Zentilin (a proposito, condivido in pieno la scelta di questo pianoforte, la cui cristallinità, nel registro acuto, non è così marcata come avviene al contrario con uno Steinway, il che avrebbe potuto sfalsare la bellezza del suono ottenuto invece con lo strumento a tastiera italiano), oltre a vantare un'energia e una velocità più che ragguardevoli, in modo da poter rendere egregiamente anche la microdinamica (i pp e i ppp non mancano di certo).
Il palcoscenico sonoro ricostruisce idealmente il pianoforte al centro dei diffusori e la congrua profondità nella quale si trova fisicamente non pregiudica di certo la resa timbrica e le sue molteplici sfumature, grazie a un'ampiezza e a un'altezza nella riproposizione assolutamente convincenti.
L'equilibrio tonale e il dettaglio non sono da meno, con il primo che rende giustizia del registro medio-grave e di quello acuto, i quali restano sempre distinti e scontornati, e con il secondo che offre un esempio notevolissimo di matericità, grazie ad abbondanti dosi di nero che circondano il pianoforte.”
Leggi l'articolo completo


Il disco del sole – Dodici Gioielli Barocchi di Lodovico Giustini

  • Il Sole 24 Ore
  • Carla Moreni

“Sarebbe passato inosservato nel fiume del tardo barocco il pistoiese Lodovico Giustini, segnato persino dal medesimo anno di nascita, il mitico 1685, dei giganti Bach, Händel e Scarlatti.
Invece ancora il suo nome viene ricordato per le Sonate op. 1, scritte nel 1732 per il nuovissimo strumento di Bartolomeo Cristofori: dodici gioielli, che Paolo Zentilin mette in disco (3CD Brilliant Classics) per la prima volta sul pianoforte moderno.
Via le parrucche dello stile galante, esce spiccato il gusto tutto nuovo della scrittura.
Danze e cantabili stürmisch guardano a orizzonti più lontani, meglio definiti nei disegni, carichi di energia quali solo un trentenne e di bella scuola può immaginare.
Il nuovo mondo rispetto alla storica edizione di Miecio Horszowski, anni Settanta e su fortepiano.”

il sole 24 ore 10 aprile 2022

Radio3, Primo Movimento

  • Rai Radio3
  • Arturo Stalteri

Recensione dell'album dedicato a Giustini su Radio3, Primo Movimento, a cura di Arturo Stalteri.

primo movimento 31 12 2021
play

  • Fanfare Magazine, New York
  • James V. Maiello

“All'altra estremità dello spettro, Zentilin usa un Fazioli F 278s, un pianoforte a coda da concerto di nove piedi, e il suo modo di suonare è più estroverso.
Entrambi gli interpreti, tuttavia, riescono a far emergere il dramma nella musica di Giustini.
Il Fazioli F 278 è uno strumento estremamente versatile e Zentilin sfrutta l'intera gamma di colori. Sebbene io preferisca il suono di un fortepiano per questo repertorio, le interpretazioni di Zentilin sono intelligenti e di buon gusto. In un certo senso ha aggiornato la musica di Giustini per un pubblico contemporaneo abituato a sentire il pianoforte non in salotto, ma in una sala da concerto.
Zentilin amplia i contrasti dinamici per eguagliare il volume prodigioso possibile con un pianoforte a coda moderno, e i suoi passaggi sono impeccabilmente puliti a tutti i livelli dinamici, dai pianissimo più sommessi agli svolazzi esuberanti.
È facile pensare che Giustini sarebbe felice di ascoltare il volume del suono che uno strumento moderno può produrre così come la coerenza del tono in tutti i registri (sebbene il basso suoni troppo sfocato in questa registrazione).
Questo non vuol dire che Zentilin abbia abbandonato le convenzioni stilistiche. È attento a sottolineare i ritmi e i gesti caratteristici delle forme di danza, ad esempio, ma non lascia che lo storicismo ostacoli una buona linea.
Le note di copertina menzionano che Zentilin ha apportato modifiche all'edizione stampata quando sospetta errori, e vale la pena notare che le sue modifiche sono impercettibili, uditivamente, il che conferma che sono idiomatiche e dal suono naturale.
Nel complesso, questa è una gradita aggiunta a un campo relativamente piccolo.
Zentilin offre una versione fresca e moderna della musica di Giustini, che ha ricevuto principalmente l'attenzione degli strumentisti d'epoca.
È facile consigliare questa registrazione, soprattutto considerando il suo prezzo ragionevole (può essere acquistato per un minimo di $ 12,99).”

fanfare nov-dec 2021
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